La prima volta che abbiamo visto Pepa, era affacciata a una piccola finestra di quella che, pochi mesi dopo, sarebbe diventata la nostra casa e il luogo in cui sarebbe nata la Fattoria Irma.
Belava insistentemente, scrutava il mondo fuori, mentre noi, fermi davanti a lei, cercavamo di capire perché una pecora fosse rinchiusa in un posto così.
Quella cascina non l’avremmo mai acquistata se non avessero lasciato venire via anche lei. Da quel giorno non abbiamo mai smesso di pensarla, e lei non ha mai smesso di essere parte della nostra storia.
La liberazione di Pepa
Il giorno in cui ha varcato i cancelli della sua nuova vita è stato incredibile. Il suo corpo era enorme sotto la lana mai tosata, ma i suoi occhi erano quelli di un’anima fragile, che per troppo tempo aveva vissuto in solitudine.
Pepa non sapeva essere una pecora: non conosceva il contatto con i suoi simili, né la libertà di pascolare in un prato. Così, fin dal primo momento, ha deciso di attaccarsi a me. Ovunque andassi, lei mi seguiva, sfondando porte pur di starmi accanto, sedendosi vicino a me a pranzo, cercando costantemente rassicurazione e presenza.
Sapevo però che, per essere davvero felice, avrebbe dovuto trovare la sua famiglia, un gregge con cui condividere le sue giornate. Così, dopo mesi di tentativi e un inserimento lungo ed estenuante, ha finalmente accettato la presenza di quattro capre. Una grande vittoria per lei, per noi, per il suo nuovo inizio.
Il legame con Milly
Ma il vero dono di Pepa è arrivato quando ha scelto di prendersi cura di Milly, una piccolissima agnellina arrivata alla Fattoria a pochi giorni di vita. Con una dolcezza che mai avremmo immaginato, l’ha accolta come fosse sua figlia: la vegliava, la scaldava nelle notti fredde, controllava ogni nostro movimento durante l’allattamento. Pepa aveva trovato il suo ruolo, e noi avevamo trovato in lei un’anima capace di donare amore incondizionato.
Purtroppo, Milly non ce l’ha fatta. E Pepa ha sofferto con noi.
Un carattere unico
Oggi Pepa ha imparato a essere una pecora, ma non ha perso le sue buffe abitudini. Se qualcosa la spaventa, continua a nascondersi dietro di me. Se mi vede dedicare tempo ad altri animali, si offende e si allontana. Se sente di non essere al centro dell’attenzione, simula piccoli malesseri per ricevere cure extra.
Ha un carattere testardo, viziato, complicato. Capisce perfettamente quando è il momento di ricevere una terapia e, prima ancora che io prenda in mano la medicina, inizia a correre in tutte le direzioni per sfuggirmi. Ma la sua dolcezza e la sua prepotenza la rendono un’anima speciale, uno dei cuori pulsanti della Fattoria Irma.
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Pepa è stata una delle prime a entrare nel rifugio, e il suo percorso rappresenta ciò che facciamo ogni giorno: dare speranza, ricostruire vite, creare nuove famiglie.
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